Campeggio 🏕️, uno stile di vita😊

Se mai stato in campeggio?

A questa domanda posso rispondere così: il campeggio è stata l’esperienza più bella che abbia potuto fare nella mia vita.

Il campeggio per me è stato sempre un respiro di libertà. Attendevo quasi con impazienza di andare in vacanza si per visitare posti nuovi ma soprattutto per andare in campeggio. Le quattro mura di una stanza di albergo non sono fatte per me. Anche ora che per motivi di età posso apprezzare di più una certa stabilità e diciamo anche comodità, preferisco un Airb&b, uno chalet, dove ci si sente meno “chiusi”, diciamo.

In montagna preferibilmente!😁

A volte il campeggio può risultare un po’ problematico 🙄 ma con l’esperienza si riesce ad affrontare qualsiasi situazione in cambio di un posto dove ci si trova immersi nella natura ed è bello tornare dopo aver visitato magari una città un po’ caotica in un angolo di pace, perché io generalmente ho sempre scelto campeggi tranquilli.

Ho iniziato a fare campeggio sugli anni 60’, quando sono andata con una mia amica e una mia cugina in tenda da Ancona fino a Dubrovnik, via Zara con la nave e poi fino a Dubrovnik con il pullman. I pezzi della tenda ce li siamo divisi in tre e anche se è stata una faticaccia ( ma a 20 anni non sembra)😁 perché la tenda non era come quelle moderne di oggi, la prima esperienza di campeggio è stata bellissima in posti bellissimi.

Tenda pesantissima!😳

Verso gli anni 70’, quando mi sono sposata, ho ripreso il campeggio ma questa volta con la roulotte.

Vacanze bellissime e rilassanti😁

Aggiungo una curiosità: la tenda con cui sono andata nell’ex Yugoslavia ce l’aveva prestata un ragazzo che poi sarebbe diventato mio marito!😄 Destino di una campeggiatrice.😉

Poi abbiamo fatto il grande passo: abbiamo comprato il camper! 😊🚍

On the road again!👍

Con questo ultimo mezzo abbiamo continuato a girare l’Italia e anche un po’ di Europa dove, prima che qui in Italia, soprattutto in Francia, abbiamo visitato campeggi bellissimi e, ancora una volta, in posti bellissimi.🤩

Sono passati ancora anni e la vita ti impone delle scelte ma restano i ricordi, bellissimi ricordi del periodo che ho fatto campeggio.⛺️

Cito una mia amica campeggiatrice che diceva: “ Fare campeggio è avere la tua casa ovunque”.

Siamo tutti d’accordo!😁

Tutto Zen 16 (angolo meditativo per volerci bene)

Anche se sono ormai diversi anni che pratico il Taichi,

Vorrei essere così fluida…😁

ho scoperto solo ora che c’è una Giornata mondiale Taijiquan!😳

Quest’anno si celebra proprio oggi, sabato 27 aprile.

Naturalmente non potevo non mettere qui alcune notizie su questo avvenimento.

La giornata mondiale del Tai Chi e del Qi Gong è un evento annuale che dal 1999 ricorre ogni ultimo sabato di aprile in più di 60 nazioni con lo scopo di promuovere le discipline del Tai Chi Chuan (taijiquan) e del Qi Gong.

Tai Chi Chuan

L’evento annuale di aprile è aperto al pubblico, e inizia alle 10 di mattina in Nuova Zelanda per poi diffondersi in Oceania, Asia, Europa, Nord America e Sud America. In tutte queste regioni i partecipanti assistono e festeggiano in più di sessanta nazioni diverse e diverse centinaia di città, terminando con gli ultimi eventi nei fusi orari delle Hawaii, quasi un intero giorno dopo. Fra gli eventi sono incluse esibizioni di massa di Tai Chi Chuan e Qi Gong in molte città, e lezioni gratuite nella maggior parte delle città partecipanti.

La giornata mondiale del TaiChi e del Qi Gong è stata ufficialmente riconosciuta dalla Organizzazione mondiale della sanità delle Nazioni unite (UNWHO) per la partecipazione all’iniziativa “Move for Health”.

Storia:

L’evento globale ha avuto inizio nel 1999. Però il primo evento che in seguito ispirò l’evento mondiale si tenne nel 1998, sui prati del Nelson Atkins Museum of Art nel centro di Kansas City; il Kansas City Tai Chi Club organizzò una esibizione/lezione di massa di Tai Chi che coinvolse circa 200 persone. La CNN, parlò dell’evento, e questo generò interesse al di fuori del perimetro cittadino di Kansas City e fece evolvere rapidamente la situazione locale in un evento nazionale e in seguito internazionale negli anni a seguire. (Fonte Wikipedia)

N.B. –

Quali differenze intercorrono tra il Qi gong e il Tai chi? – Detto in modo sicuramente opinabile ma almeno comprensibile: Il Tai chi è un’ arte marziale (chuan, pugilato) che basa essenzialmente la sua pratica sul controllo del c’hi. il Qi gong è una pratica che usa il ch’i per fini salutistici.

Entrambe le discipline si sovrappongo quando usano esercizi respiratori e di meditazione ma differiscono per lo scopo finale. Se pratichi per fini non “marziali” puoi tranquillamente optare per l’ una o l’ altra disciplina, inizierai un viaggio meraviglioso che non finirà mai. ( fonte : Quora – Danilo Bellazzi)

Tutto Zen 15 (angolo meditativo per volerci bene)

Stress, ansia! A tutti sarà capitato e capita di avere dei momenti ‘NO’.😦 Quando capita a me, nella realtà cerco di fare un po’ di meditazione per calmare la mente seguendo gli insegnamenti della mia maestra di Taichi. Poi vengo qui, in questo angolo meditativo virtuale dove metto i miei pensieri, le mie riflessioni ma soprattutto varie citazioni o racconti zen con i loro insegnamenti. Oggi ho trovato la storia degli ORIGAMI.

Origami, l’antica arte giapponese che dona pace.

L’origine degli origami

L’arte degli origami ( lett. “carta piegata” in giapponese) nasce assieme alla carta Washi in Giappone, intorno al VI secolo d.C. e deriva dallo Shintoismo, la religione animista nativa dell’isola che contempla un mondo abitato da presenza spirituali chiamate Kami.

La parola Kami indica per omofonia sia ‘carta’ che ‘Dei’, rivelando il potere spirituale che lega l’arte degli origami ai rituali shintoisti, ma questa connessione traspare anche nella natura stessa della carta usata per dare forma a queste piccole opere d’arte.

Per loro natura, le divinità stanno su un piano superiore rispetto all’uomo mentre per la produzione della carta Washi, usata per comporre gli origami, si usano fibre vegetali che tendono a galleggiare sulla superficie dell’acqua ricordando l’essenza superna delle divinità rispetto agli altri piani di esistenza, motivo per il quale la carta Washi, la cui fabbricazione è finalmente riconosciuta come patrimonio immateriale dell’umanità, è stata accolta all’epoca come un mezzo per entrare in contatto con le divinità e la dimensione spirituale del mondo.

Quando piegare la carta significa meditare con le mani

L’arte degli origami, ovvero l’abilità di piegare la carta per farle assumere numerose forme, custodisce un significato profondo. Secondo i principi dello Shintoismo, l’origami rappresenta il ciclo vitale, la trasformazione continua.

La fragile carta assume nuova forma attraverso un processo complesso che richiede pazienza e dedizione, rappresenta il mistero dell’esistenza che si trasforma continuamente in quanto la bellezza dell’origami non risiede nella carta stessa, nella sua natura originaria, bensì nella forma che assume grazie ai movimenti calmi e sapienti delle mani.

Lo stato interiore creatosi mentre le dita eseguono con calma le pieghe che danno nascita ad animali e piante cartacei è simile ad una meditazione. Mentre le mani si muovono, si tesse una relazione sensoriale con la carta. Mentre la pelle ascolta, la mente tace, riposa.

“Quando le mani sono impegnate, il cuore è sereno”

Akira Yoshizawa

Se nella cultura occidentale gli origami rappresentano per lo più un’abilità artistica o un raffinato hobby, essi rivestono ancora oggi una grande importanza nella cultura giapponese. In effetti, vengono tutt’ora usati come doni di buon augurio, con significati specifici in base a ciò che rappresentano.

La gru della Manciuria (“Tsuru”) per esempio è un simbolo di pace e viene regalata per augurare salute, speranza, benessere e felicità. L’origami della rana (“kaeru”) è un simbolo molto antico ed è anch’essa un caso di omofonia che indica sia “rana” che “ritorno a casa” e viene regalata come augurio di buon viaggio a chi intraprende un lungo cammino.

Il fiore di loto simboleggia nuova vita e nuovi inizi, la purezza e l’evoluzione spirituale; l’origami della camelia (“tsubaki”) raffigura la bellezza, la perfezione, l’eccellenza e la raffinatezza; il ventaglio di carta piegata (“sensu”) rappresenta un augurio di successo, prosperità, lunga vita e felicità.

La farfalla (“chocho”) indica la bellezza, la gioia, la trasformazione, i nuovi inizi, la rinascita, mentre alcuni la considerano come simbolo d’amore, motivo per il quale vengono spesso appese delle farfalle di carta alle coppe dei novelli sposi per il loro brindisi di matrimonio.

L’origami della tartaruga  (“kame”) esprime longevità, saggezza e protezione.

Mille piccole gru di carta per la pace

La gru della Manciuria è un animale totemico importante per il popolo giapponese che secondo la leggenda vivrebbe mille anni e concederebbe un favore in cambio di un atto di sacrificio, così come narrato nella bellissima storia Tsuru no Ongaeshi (“la gratitudine della Gru”), motivo per il quale dare forma ad una piccola gru di carta per ogni suo anno di vita rappresenterebbe un importante rituale benaugurante.

Questo lungo lavoro chiamato senbazuru è al centro della commovente storia di Sadako Sasaki, una bimba che sopravvisse alla bomba di Hiroshima ma che si ammalò gravemente di leucemia in seguito alle radiazioni. Per incoraggiarla nel suo lungo percorso di cura, una sua amica le raccontò la leggenda delle mille gru e le regalò il primo origami, con la preghiera che possa guarire.

Sadako iniziò così a piegare tante piccole gru in origami pregando nella speranza di poter tornare in salute. Purtroppo morì prima di completare la sua opera con 644 piccole gru di carta intorno a lei. I suoi amici portarono a termine il senbazuru di Sadako per onorare la sua memoria e la sua perseveranza e diffusero la sua storia e quella dei bimbi che come lei avevano sofferto per colpa della bomba atomica di Hiroshima.

Oggi, nel Parco Memoriale della Pace di Hiroshima è possibile vedere la statua di Sadako che tiene in mano un origami a forma di gru. Sotto la statua si può leggere: 

 “Questo è il nostro grido, questa è la nostra preghiera, per costruire la pace nel mondo”.

Tratto da: http://www.eticamente.net/ articolo Sandra Saporito


Impara ad entrare in contatto col silenzio che è dentro te stesso ed a capire che tutto in questa vita ha uno scopo.
(Elizabeth Kübler-Ross)

Non solo rose…

In un mondo imperfetto c’è una cosa perfetta: la bellezza. La bellezza la si può trovare ovunque, basta saperla cercare. Io, eterna viaggiatrice (almeno col pensiero), l’ho trovata in tanti posti ed ora me la porto nel cuore. Ora che sto per lo più nel mio piccolo mondo quotidiano, ho imparato a cercarla e trovarla a due passi da me: nel mio giardino. E’ primavera e tutto si risveglia ed ecco che allora la bellezza mi appare in un gabbiano che vola proprio davanti al mio balcone; in una tortora che sta appollaiata su un ramo di un albero che s’innalza dalla scarpata; in uno scoiattolo che fugacemente salta da un albero all’altro; in un merlo, di un nero lucente, che si aggira tra i cespugli mostrando il suo becco giallo; in una gazza, ladra di oggetti luccicanti. Ma soprattutto la bellezza la trovo nei fiori: dalle timide margherite e violette, alle rose che fanno a gara con i glicini per essere ammirate.

“Conta i fiori del tuo giardino, mai le foglie che cadono.”
Romano Battaglia