Non solo rose…

In un mondo imperfetto c’è una cosa perfetta: la bellezza. La bellezza la si può trovare ovunque, basta saperla cercare. Io, eterna viaggiatrice (almeno col pensiero), l’ho trovata in tanti posti ed ora me la porto nel cuore. Ora che sto per lo più nel mio piccolo mondo quotidiano, ho imparato a cercarla e trovarla a due passi da me: nel mio giardino. E’ primavera e tutto si risveglia ed ecco che allora la bellezza mi appare in un gabbiano che vola proprio davanti al mio balcone; in una tortora che sta appollaiata su un ramo di un albero che s’innalza dalla scarpata; in uno scoiattolo che fugacemente salta da un albero all’altro; in un merlo, di un nero lucente, che si aggira tra i cespugli mostrando il suo becco giallo; in una gazza, ladra di oggetti luccicanti. Ma soprattutto la bellezza la trovo nei fiori: dalle timide margherite e violette, alle rose che fanno a gara con i glicini per essere ammirate.

“Conta i fiori del tuo giardino, mai le foglie che cadono.”
Romano Battaglia

La bellezza del mondo nei “fiori d’autunno” in Giappone

Higanbana: i fiori d’autunno

Giappone, i fiori del nirvana dell’equinozio d’autunno

TOKYO – Crescono ovunque, tinteggiando di rosso le città del Giappone e costeggiando a profusione i campi di riso: sono gli higanbana, letteralmente i fiori del Nirvana. Li si chiama così anche perché crescono spontaneamente intorno alle tombe, celebrando il ricordo dei defunti che nel Sol Levante è al centro dei riti di settembre. Gli higanbana, fiori di un rosso sangue (ma anche gialli e bianchi), hanno innumerevoli nomi che richiamano soprattutto i defunti, l’inferno, i fantasmi, il veleno, le volpi, i fulmini. Hanno bulbi velenosi e sbocciano qui e là per le strade di Tokyo, nelle aiuole e ai margini delle viuzze di città di provincia, e tra le costruzioni millenarie di templi come Eisho-ji a Kamakura.

In Things Japanese (1890) Basil Hall Chamberlain li inseriva nella voce “Superstizioni”, lì dove ci si raccomandava di non avvicinare questi splendidi fiori alle fiamme perché c’era il rischio che i loro petali, tanto simili alle lingue di fuoco, provocassero un incendio.
Il tempo cambia rapidamente in Giappone tra la fine di agosto e la fine di ottobre, e a settembre, dopo un giorno di festa dedicato al “Rispetto verso gli Anziani” (il 20 settembre), il 23 settembre nel Sol Levante è nuovamente vacanza nazionale: si festeggia l’equinozio d’autunno e o-higan, parola che proviene dal termine buddhista che indica il nirvana, l’altro mondo, l’aldilà (di lì il nome dei fiori). È un tempo dedicato alla memoria degli antenati, una cerimonia buddhista che dura una settimana e prevede la cura della tomba di famiglia, che viene pulita e decorata con fiori. Così la gente passeggia, interrompe il lavoro, trascorre una giornata di festa. In Giappone l’equinozio d’autunno merita un giorno di riposo. ( da: la Repubblica)

In giapponese ha vari nomi, ma quello ufficiale è Higanbana, formato dagli ideogrammi 彼岸 (higan) e 花(fiore),letteralmente significa fiore dell’equinozio d’autunno. L’O-higan(festa buddista) è periodo di 7 giorni intorno all’equinozio d’autunno

Curiosità

Questo fiore ha piu di 1000 nomi, tra cui

  • Lycoris Radiata,  
  • kajibana (火事花) – il fiore di fuoco
  • Shibito Bana 死人花 – Il fiore dei morti
  • Yūrei Bana 幽霊花 – Il fiore fantasma
  • Jigoku Bana 地獄花 – Il fiore dell’inferno

Pollice verde…

Che l’espressione “avere il pollice verde” si riferisse ad avere una certa abilità nel giardinaggio, nella cura dei fiori e delle piante si era capito. Ma perché proprio “pollice verde”?😮 Nel mio immaginario mi vedevo una specie di mago che passava di fiore in fiore toccandolo con il suo pollice verde!😂 Invece la cosa è molto meno fantastica come ho appreso dal più concreto Google. 😁

L’espressione “avere il pollice verde” si riferisce a chi è pratico nel coltivare e curare piante e fiori.
Pare che questa espressione derivi dal modo di potare dei giardinieri che tengono le piante afferrandole delicatamente fra il pollice e l’indice; questa azione provocherebbe la fuoriuscita della clorofilla dalla pianta macchiando così di verde il dito. Quindi il colore verde sul pollice è dovuto al contatto della mano con le piante senza l’utilizzo di guanti.

Perciò nell’immaginario collettivo si pensa che chi abbia, per così dire, “il pollice verde” abbia sviluppato più di altri la capacità di entrare in relazione con le piante. (Da: http://www.micheleilgiardiniere.it)

Comunque veder crescere rigogliosi fiori e piante nel proprio giardino è pur sempre uno spettacolo pieno di magia che la natura ripete ogni giorno.

Io ho il pollice verde…sotto i guanti!😄

La bellezza del mondo…in fiore

Chi l’avrebbe mai detto che a due passi da me ci fosse una tale bellezza!🌺

La passeggiata primaverile più bella in Italia, tra peschi in fiore. (Fonte: Chiara Proietto – viaggi.nanopress.it)

viale dei peschi Catalogna

La fioritura dei peschi, così come quella degli altri alberi da frutto, è uno degli spettacoli naturali più emozionanti e affascinanti del periodo, per una passeggiata primaverile. Ecco dove ammirarne una meravigliosa in Italia.

La primavera è la stagione della rinascita. Dopo la lunga pausa dalla vita dettata dall’inverno, ecco che piano piano iniziano a sbocciare timidi i primi variopinti fiori, i prati ricominciano ad acquisire il loro colore verde vivace, la natura inizia a mostrarsi sempre più viva e rigogliosa, e i colori tornano a manifestarsi in tutto il loro splendore.

Quando arriva la bella stagione la tavolozza del mondo si riempie di nuove e brillanti sfumature, romantiche e fascinose, che danno una luce nuova a tutto ciò che toccano.

In Italia c’è un posto dove è possibile ammirare le tonalità rosate del ritorno della primavera che si manifesta nel fiorire di meravigliosi peschi.

La fioritura dei peschi in Italia, per una passeggiata primaverile

Non per forza bisogna recarsi dall’altra parte del mondo per ammirare le più belle fioriture che Madre Natura è capace di regalarci. Se in Giappone sono i ciliegi in fiore a dare ogni anno spettacolo, in Italia i protagonisti sono i peschi.

Ogni primavera a metà marzo le colline comprese tra Macerata e Fermo prendono le tonalità di rosa delle preziosissime pesche Saturnia.

In queste giornate la natura sa regalare uno spettacolo senza eguali, emozionante e bellissimo nella sua semplicità. Si tratta solo di fioriture, ma questo semplice processo naturale è inevitabilmente diventato il simbolo della rinascita, della vita che torna ad esplodere.

La pesca protagonista di questo spettacolo grandioso è la varietà Saturnia. Questa è una specie di evoluzione della tabacchiera siciliana, coltivata nelle Marche a partire dal 1985.

Questa tipologia di pesca è più vicina al frutto originario a polpa bianca. Infatti fino al ventesimo secolo la pesca era conosciuta solo ed esclusivamente con la polpa di questo colore. Solo in seguito, grazie a vari incroci, la sua polpa ha raggiunto anche la pigmentazione gialla.

La pesca Saturnia viene prodotta tra Macerata e Fermo sulle colline bagnate dalle acque del fiume Chienti da circa 30 anni ed è oggi ritenuta una delle prelibatezze della gastronomia marchigiana conosciuta in tutto il mondo. La sua coltura si è diffusa principalmente nei comuni di Montecosaro, Montegranaro e Civitanova Marche.