Aspettando Halloween…con racconti da paura.(3)

Giovanna la Pazza di Giovanni Buzi

Sera di Halloween.
Mollichino, piccolo villaggio tra le montagne, 668 anime.
Tutti i bambini sono in festa, mascherati da elfi, Biancaneve, la Bella Addormentata eccetera, vanno di casa in casa per racimolar dolci e caramelle. Mezzo metro di neve, la luna sospesa come una testa mozza. La casa di Giovanna è piantata accanto a un precipizio. Del gruppo, solo cinque bambini hanno il coraggio d’oltrepassare il cancello e bussare a quella porta, toc toc, il cuore in gola.
– Buonasera, graziosi, sorride una vecchia befana, meglio conosciuta in paese come Giovanna la Pazza. Cosa posso fare per voi, piccini?
I bambini, protetti dalle maschere, allungano una mano e rispondono,
– Buon Halloween, signora.
– Buon Halloween a voi, bellissimi. Volete una fettina di torta alle mele, una manciata di dolciumi, un pan di Spagna con crema, ciliegie e fragole fresche? Immagino di sì. Venite carini, venite…
I pupi, pur esitanti, entrano. La vecchia, gonne, sottogonne e scialle nero, li guida all’interno. Ad un lato del caminetto acceso c’è una tavola imbandita d’ogni leccornia, dall’altro un albero di Natale. “L’albero a novembre?”, pensano i bimbi. A più d’uno scappa da ridere, ma non c’era da stupirsi, non stavano in casa di Giovanna la Pazza?
Dai rami sfilacciati d’un abete in peluche, tra palle rosse e piccole zucche di vetro, s’accendono e si spengono mini teschi di plastica di tutti i colori.
– Vi piace il mio albero?, dice la vecchia con gli occhietti lucenti.
– Bello!, fa un bimbo-puffo tutt’azzurro.
– Bello sì… ma avete visto qui?, dice Giovanna la Pazza mostrando il tavolo pieno di dolci.
– Eccome!, esclamano in coro i pupi avventandosi su quel ben di dio.
– Calma belli, fa con voce ferma la vecchia.
I bimbi si bloccano.
– Tutto questo è per voi, ma chi vuole servirsi deve prima fare un piccolo giochino.
Che storia era quella? Erano pupi sì, ma non scemi. Tutti avevano la tele in casa e tutti sapevano quello che succedeva per il mondo, il bello (poco) e il brutto (molto). Adesso, pazza o non pazza, che voleva la vecchia?
– Ragazzi, quello che voglio da voi è una cosa molto semplice. Ascoltate: si potranno servire al Tavolo delle Dolcezze solo quei bambini che riusciranno a colpirne almeno una, e detto ciò mostra su una cassapanca una ventina di zucche con naso, bocca e occhi intagliati. Dimenticavo, continua la vecchia, sotto due zucche ci sono i genitori d’uno di voi.
– Come?, dice una bambina vestita da Bella Addormentata.
– Ho fatto due fori nella cassapanca. Da quei buchi passano le teste dei genitori d’uno di voi.
I bambini si guardano e scoppiano a ridere; non poteva esser vero. Era proprio Pazza, quella Giovanna! Accettano. Un bambino prende una noce da una cesta, sta per tirare quando sente la vecchia dire:
– Calma, bello. Cosa fai?
– Tiro.
– Buona idea, ma non le noci.
– Cosa, allora?
– Queste, fa la vecchia mostrando un bel cesto di mele rosse.
– Perfetto, dice una puffa, sarà più facile colpire le zucche.
– Sì, molto più facile. Però dovete sapere che cinque mele sono avvelenate.
– Ma questa non è un’altra favola?
– Silenzio! Chi partecipa al gioco può tirare tre sole mele. Se colpisce una zucca si serve al tavolo di tutto ciò che vuole, se le manca, se ne va a mani vuote.
– Cosa vuol dire che le mele sono avvelenate?
La vecchia sceglie una mela dal paniere, la passa sullo scialle, ci si specchia e la tira con forza contro il tavolo. Una zucca viene colpita ed esplode!
– Caspita, che c’hai messo, vecchia?
– Ce ne sono ancora quattro così. Non preoccupatevi, a voi non succederà niente.
– Ci sono veramente i genitori d’uno di noi sotto alle zucche?
– Lo giuro!, mette una mano sul cuore Giovanna la Pazza.
– E se li colpiamo con una mela avvelenata…
– Faranno Boom!, la vecchia aprendo le mani e mostrando un bel sorriso.
– Io ci sto, dice un elfo prendendo una mela.
– Gioco anch’io!, un Peter Pan tira e manca d’un pelo una zucca.
– Anch’io!, dice la Bella Addormentata lanciando una mela che colpisce in pieno buum! una zucca.

***

Il sole s’alza e fa risplendere le montagne innevate. A Mollichino, villaggio di 668 anime, ne mancano due all’appello; i genitori della piccola Maria, la Bella Addormentata.