ed ancora grafica….

Beh, luna non penserai che solo a te salutano gli animali vero? 😀 Pure io ricevo visite dei miei amici… come è logico, sono più in dimensioni con la mia “stazza”post-1329-11477995851.gif

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Ancora…grafica.

Ehm…ecco una bella domanda… 🙂 gs_d09e085d9df4b464438c4a4e8b52f9b7.png

Ed un’altra ancoraaa…! gs_988b28eaa8ce98e0a8fcb67fb1100b92.png

E nell’attesa di una risposta…ho di nuovo incontrato l’orsetto..pensatore… 😀

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Che mi ha anche salutata… 😮 anzi per la verità ci ha salutate…perchè questa volta non l’ho incontrato proprio da sola…. 🙂

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Philemon e Baucis (una storia d’amore)

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Zeus e Hermes scesero dal monte Olimpo sulla terra per comprovare l’ospitalità degli abitanti della Frisia. Bussarono a mille porte chiedendo riparo e riposo ma tutte rimasero chiuse. L’unica casa che li accolse fu quella di Philemon e Baucis, una coppia di poveri anziani che vivevano in una piccola e umile catapecchia in collina. L’anziano Philemon li invitò a sedere in una panca di legno sulla quale sua moglie aveva posto una coperta. Baucis mosse la brace nel camino per ravvivare il fuoco, vi gettò foglie secche e corteccia, e col suo debole soffio fece rinascere nuovamente le fiamme. In una piccola pentola preparò un umile ma gustoso pranzo per i suoi ospiti con un cavolo, che suo marito aveva raccolto quello stesso pomeriggio nell’orto, e una fetta di carne di maiale affumicato, che avevano appesa ad una trave. Offrirono ai viaggiatori una bacinella di legno con acqua tiepida perché potessero riposare e scaldarsi i piedi.

Baucis pulì il tavolo con verdi foglie di menta e servì olive, verdi e nere, ciliege macerate in vino, indivia, rafano, cagliata, uova e un buon vino. Il pranzo era squisito e fu molto lodato da tutti. Il dessert consistette in noci, fichi secchi, datteri, prugne, mele aromatiche, uva e miele messo al centro del tavolo. La generosità e ospitalità dei due anziani aveva fatto che offrissero ai loro ospiti tutto quello che avevano e, sempre, mostrando un volto affabile e sorridente.

Philemon e Baucis osservarono che la brocca di vino, che avevano svuotato diverse volte, si riempiva di nuovo da sola. Si resero conto che quegli uomini erano, in realtà degli dei e chiesero loro perdono per lo scarso cibo e la povertà della loro casa. Philemon si alzo per sacrificare l’unica oca che avevano per offrirla agli dei.

Allora Zeus gli disse:
– In verità siamo degli dei e castigheremo tutti gli abitanti di questa zona per la loro mancanza d’ospitalità. Seguiteci fin sulla cima del monte!

Quando arrivarono alla cima videro che un enorme lago aveva sommerso tutta la vallata annegando tutti gli abitanti della Frisia. L’unica cosa che non era coperta dalle acque era la loro umile casupola. Philemon e Baucis, meravigliati da ciò che vedevano, piangevano per i loro vicini e in quel momento la loro vecchia e piccola capanna si trasformò in un bellissimo tempio.

Zeus disse loro:
– Chiedetemi ciò che volete.

Philemon parlò brevemente con Baucis ed espose questo desiderio agli dei:
– Dato che abbiamo vissuto assieme in questa terra tutta la nostra vita vogliamo seguitare qua come guardiani e sacerdoti del vostro tempio e desideriamo che la morte ci colga assieme per far sì che io non debba mai vedere la tomba di mia moglie e lei non debba vedere nemmeno la mia.

E cosi vissero assieme e felici molti anni ancora finché un giorno, ormai molto vecchi e pieni di malanni, seduti nelle scalinate del tempio Baucis vide che crescevano foglie a Philemon, e Philemon vide accadere lo stesso a Baucis e mentre i loro corpi si trasformavano in tronchi ed i rami crescevano sopra le loro teste, si parlavano e si rivolgevano parole di congedo e quando le foglie quasi impedivano loro di vedersi i due pronunciarono all’unisono la stessa frase:
– Addio, amore mio!

E i rami sigillarono e occultarono le loro labbra per sempre. Philemon si trasformó in rovere e Baucis in tiglio. Da allora rimangono uniti con i rami intrecciati.

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